Theobroma cacao

Storie botaniche

Theobroma cacao

La pianta di questo mese ci porta nel tepore umido della costa d’avorio. Proprio dove scorrono le impetuose acque del Rio delle Amazzoni, all’ombra, si può trovare allo stato spontaneo la Theobroma cacao, più diffusamente conosciuta come la pianta del cacao.

Aspetti botanici

Quello che non tutti sanno sulla Theobroma cacao è che si tratta di una pianta cauliflora ossia che i suoi fiori, e successivamente i frutti, accrescono direttamente dal tronco. In generale le sue dimensioni sono modeste. È una pianta di sottobosco che teme molto i raggi diretti del sole, dunque la sua altezza massima si aggira sui 5-10 metri, per non superare mai le alte chiome pluviali. Tuttavia, da una sola pianta, si possono ricavare dai 20 ai 50 frutti dal peso di quasi 1 kg ciascuno.
I fiori sono piccoli come un ditale, dal colore crema, e per due volte l’anno, a maggio e a ottobre, ricoprono i fusti fino a nascondere la corteccia con i loro petali chiari. Solo l’1% dei fiori porterà frutti, quasi per regolare il carico di una produzione così gravosa sulla pianta.
Dopo sei mesi dall’impollinazione i frutti sono maturi virando dal verde acerbo al giallo maturo durante la loro crescita. All’interno di quella scorza dura si trovano circa quaranta semi rosati avvolti in una polpa biancastra.

La storia del cacao

L’inizio della produzione del cacao parte da qui. I semi vengono raccolti e lasciati fermentare per alcuni giorni al fine di aumentarne l’aroma. Successivamente vengono tostati e frantumati fino a fargli prendere la consistenza di una pasta, il cosiddetto burro di cacao. Da questo, mescolato a zucchero e altri ingredienti, si ottengono le tipiche barrette di cioccolato.
La coltivazione della Theobroma cacao risale a più di 5000 anni fa. Detto “cibo degli dei”, il cacao era considerato un bene di lusso e veniva bevuto dalle civiltà precolombiane in acqua bollente con vaniglia e peperoncino come energizzante. I semi del cacao erano un simbolo di prosperità nei riti aztechi perché si credeva fossero capaci di guarire malesseri come eritemi, reflusso e problemi intestinali.
Oltretutto le fave della Theobroma cacao erano alla base del sistema monetario del tempo. Un seme equivaleva a quattro pannocchie di mais, con tre si poteva acquistare una zucca mentre si poteva ottenere una canoa con cento di questi.
Con la scoperta dell’America il cacao arriva in Europa dove però l’amaro caratterizzante viene attenuato con il latte e grandi quantità di zucchero. Visto come un prodotto nuovo, proveniente da terre appena scoperte e associato all’eccitazione dei sensi, anche qui la cioccolata diventa subito popolare tra i benestanti.
Oggi il cioccolato amaro possiede notevoli proprietà antiossidanti per i flavonoidi che contiene, energetiche per i sali minerali, stimolanti per la caffeina e antidepressive per la serotonina. Piccole quantità possono dunque apportare notevoli benefici al nostro organismo… e al nostro palato!

 

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