Dall’ambiente alla tavola: cause ed effetti delle microplastiche

In questi ultimi anni è diventato sempre più attuale il tema della presenza delle micro-e nano plastiche (ovvero piccolissimi pezzi con un diametro tra 100 nanometri e 5 millimetri) a causa dei comportamenti sconsiderati da parte delle persone e delle attività produttive. Questi frammenti si possono trovare ormai ovunque e continuano a diffondersi a causa degli eventi atmosferici che coinvolgono tutti gli ecosistemi.

Le microplastiche nella quotidianità

La diffusione delle microplastiche è dovuta all’uso imprudente della plastica in moltissimi prodotti e oggetti della nostra quotidianità, come ad esempio confezioni per alimenti, bottiglie, tessuti sintetici, vernici, pneumatici per auto, prodotti per la cura della persona e apparecchiature elettriche e arredi.

Questi frammenti entrano nella catena alimentare con ricadute negative sulla salute umana. Alcune sospese nell’acqua, vengono ingerite dai pesci, mentre altre si attaccano alle foglie e steli finendo per essere mangiate dagli animali in quanto non hanno né odore né sapore. Ciò non è differente nel mondo vegetale, perché residui e componenti plastici possono essere assimilati dalle piante tramite l’apparato radicale, diventando parte integrante dei vari tessuti.

Le microfibre di plastica si trovano anche nel sale e nella polvere. Recenti studi hanno evidenziato che un chilogrammo di sale arriverebbe ad avere 600 particelle di microfibre di plastica. Per quanto riguarda la polvere gli studi scientifici mostrano che le microplastiche ingerite provengono anche dalla polvere presente all’interno delle nostre case che si deposita su alimenti, utensili e stoviglie.

Un’altra importante sorgente di microplastiche per l’uomo è proprio la contaminazione dell’acqua e di tutte le bevande e alimenti conservate in imballaggi di plastica. Infatti, se nelle bottiglie di vetro l’acqua non presenta tracce di microplastiche, nel 44% delle bottiglie Pet sono state registrate particelle di plastica.

Gli effetti sull’organismo

Le microplastiche, se ingoiate, possono muoversi all’interno del corpo umano fino a raggiungere i tessuti con effetti non ancora chiari, ma certamente non salutari per l’organismo, soprattutto a medio e lungo temine. Difatti, l’assimilazione di microplastiche provoca infiammazioni specificatamente a livello epidermico e polmonare, come si nota dal significativo aumento di forme allergiche e asmatiche.

Il bisogno di nuovi studi

Proprio perché la concentrazione di microplastiche nei prodotti sta aumentando vertiginosamente in tutto il mondo, il Programma delle Nazioni Unite (“Unep”) evidenzia che ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica si depositano nell’oceano. Per far fronte a tale problema, si sta diminuendo l’uso e la presenza di plastica nella vita di tutti i giorni a favore di alternative alla plastica. Ove si debba ricorrere al suo utilizzo, si deve adoperare e smaltire consapevolmente, rispettosamente e meticolosamente, dato che può diventare un rifiuto nocivo nel tempo. Pertanto, è fondamentale la partecipazione di tutta la società, delle aziende e degli organismi di regolamentazione, ma anche della ricerca scientifica per preservare l’ambiente e la nostra salute.

 

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