Lino

Storie botaniche: il lino

Alla scoperta del lino: storia, usi e curiosità

In questo mese vi portiamo in Svezia, alla scoperta di una pianta con cui tutti noi abbiamo almeno avuto a che fare una volta: il lino.

Origini antiche del lino

Il lino è stata una delle prime colture ad essere usata dall’uomo. In Georgia, in una grotta, sono state ritrovate delle fibre di lino tinto databili al 30.000 a.C. In epoche più recenti, intorno al 3.700 a.C., fu coltivato ampiamente in Etiopia ed in Egitto. Qui il lino veniva utilizzato per creare i tessuti e le bende che venivano usate per fasciare le mummie. Esportato poi in Europa, la coltura e la lavorazione di questa pianta si sviluppò in tutto l’Impero Romano. Così si arriva in Svezia, l’unico paese in Europa dove il lino venne coltivato continuativamente per oltre 2500 anni fino a farlo diventare parte del paesaggio geografico e culturale di questo Stato.
A differenza del suo fiore, così delicato da perdere i petali nella brezza, il fusto del lino, sebbene sia una pianta erbacea, è inaspettatamente robusto e la fibra che si ricava viene usata per ottenere l’omonimo tessuto.

Caratteristiche e usi del lino

Come si nota dalla sua ampia espansione negli anni, il lino in latino è chiamato Linum usitatissimum. La radice per definirlo deriva anche dalla molteplicità di utilizzi e prodotti che si possono ottenere dalla stessa pianta. All’inizio del XVII secolo, un sesto dei braccianti erano impegnati in Europa nella coltivazione del lino, la fibra vegetale più importante fino al ventesimo secolo, quando hanno avuto la meglio le fibre sintetiche.
La fibra di lino, composta per il 70% da cellulosa, è molto pregiata, morbida, flessibile e resistente. Questa fibra viene utilizzata per produrre un lucente filato adatto a una vasta gamma di tessuti freschi ed estivi, come vestiti e tovaglie. Inoltre, anche da bagnato, il lino mantiene la sua robustezza, motivo per cui veniva impiegato per realizzare le vele dei velieri e delle navi commerciali che solcavano il Mediterraneo.

Innovazioni e sostenibilità

Oggi, le tecniche di coltivazione, raccolta e lavorazione del lino continuano a progredire, rendendo questo tessuto moderno e in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori, che richiedono sia sostenibilità che qualità e bellezza. Oltre che per la fibra, il lino viene coltivato anche per i suoi semi commestibili, dai quali si estrae olio tramite la spremitura dei semi essiccati o tostati. L’olio di lino, oltre ad essere utilizzato a scopo alimentare, è stato impiegato per generazioni di pittori come legante per i pigmenti, grazie alla sua capacità di ossidarsi in stato solido quando esposto alla luce solare. Il suo odore caratteristico ricorda molto le vecchie botteghe degli artisti.
L’olio di lino tuttavia può essere molto pericoloso allo stato puro e dunque bisogna custodirlo con cura e criterio. Ossidandosi, questo genera calore, e più caldo diventa, più vi è il rischio che stracci intrisi di olio e ammassati tra loro possano accumulare tanto calore da auto innescare un incendio.

Conclusioni

Il lino è una pianta che ha accompagnato l’umanità attraverso millenni, adattandosi e trovando usi sempre nuovi. La sua storia affascinante, dalla preistoria ai giorni nostri, ci ricorda l’importanza di coltivare e utilizzare risorse naturali in modo sostenibile. Sia per i suoi usi tessili che per i suoi semi e l’olio, il lino continua a essere una pianta preziosa, simbolo di una tradizione che guarda al futuro con innovazione e rispetto per l’ambiente.

 

 

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