
05 Feb Come recuperare una vecchia pianta da frutto
Come recuperare una vecchia pianta da frutto
Ringiovanire una vecchia pianta da frutto per ottenere ancora un buon raccolto è possibile attraverso una potatura straordinaria, nota come “potatura di riforma”.
Nel frutteto professionale, le piante da frutto hanno generalmente una vita produttiva di circa 15-25 anni, dopo i quali l’imprenditore non riesce più a ricavare reddito. Nel giardino privato, invece, è più comune accontentarsi di un raccolto modesto che un albero maturo può ancora offrire. Quando, però, l’albero viene trascurato e non sottoposto alle necessarie potature di mantenimento, la chioma cresce in modo incontrollato, riducendo ulteriormente la produzione di frutti. In questi casi, è necessario intervenire gradualmente con potature distribuite su un periodo di 2-4 anni, processo noto come potatura di riforma.
Prima di intraprendere la potatura di riforma, è fondamentale verificare le condizioni dell’albero per valutare la fattibilità dell’intervento. Se la parte più alta della chioma presenta segni di disseccamento, è possibile procedere con il recupero della pianta. Tuttavia, se i seccumi riguardano le branche principali o il tronco, l’intervento è inutile. Se la varietà dell’albero è particolarmente pregiata, è possibile recuperare delle marze. In caso di chioma completamente secca, potrebbe esserci marciume radicale che compromette la stabilità dell’albero.
I tagli della potatura di riforma devono rispettare le gemme di corona, ovvero non devono essere effettuati a raso, ma bisogna lasciare 2-5 mm di legno per favorire la cicatrizzazione. Se preservate, queste gemme possono generare nuovi rami che, nel tempo, sostituiranno quelli più vecchi. Quando si recupera una pianta da frutto, la porzione di chioma da eliminare non deve mai superare il 30% del totale, poiché una pianta anziana mal sopporta i tagli drastici. La potatura di riforma deve essere eseguita solo in casi eccezionali e non più di una o due volte durante la vita della pianta. L’intervento va fatto a fine inverno, poco prima del risveglio vegetativo, per evitare che le branche principali siano esposte al sole diretto, rischiando danni da insolazione.
Quali sono i passaggi da seguire? Per prima cosa, si procede con una potatura di rimonda, eliminando tutte le parti secche e le eventuali infestanti. In questo modo, si può riprisinare la forma originaria della pianta (generalmente una forma ad avvallamento), che non deve essere modificata per non compromettere il flusso linfatico. Iniziate con i succhioni, poi procedete ai rami più grossi, sempre indirizzandovi verso rami giovani con tagli di ritorno. Le branche principali vanno liberate dai rami che crescono verso l’alto o verso il basso. Se ci sono branche secondarie sovrapposte, vanno eliminate per permettere alla luce di penetrare correttamente nella chioma. Solo se la pianta è molto debole, si può accorciare alcuni rami di un anno per stimolare la crescita di nuova vegetazione.
Ricordate che la potatura di riforma può ridurre o addirittura azzerare la produzione nell’anno in cui viene effettuata. Questo è un fenomeno del tutto normale. Attenzione però al melo: per questa pianta da frutto la potatura di riforma non è mai consigliata. Questa tecnica, invece, è efficace per drupacee, olivo, noce, nocciolo, kaki e altre pomacee.