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Il cervo volante, custode dei boschi

Il cervo volante (Lucanus cervus) è molto più di un grande coleottero: la sua presenza è indice di un bosco sano, ricco di grandi alberi, cavità naturali e legno morto, elementi indispensabili per la biodiversità. Più numerosi sono questi insetti, più la foresta dimostra di essere in equilibrio. Per questo motivo le Aree protette del Po piemontese hanno avviato un accurato programma di monitoraggio, al quale anche i cittadini possono contribuire segnalando avvistamenti.

Dal 2018, nella Zona Speciale di Conservazione Collina di Superga, i guardiaparco percorrono ogni estate transetti prestabiliti, contando gli esemplari osservati in diversi giorni di luglio. Un metodo scientifico, ripetibile e rigoroso, che permette di raccogliere dati preziosi sullo stato delle popolazioni.

Identikit del cervo volante

Il cervo volante appartiene alla famiglia dei Lucanidi ed è il più grande coleottero europeo: i maschi raggiungono i 9 cm di lunghezza, le femmine circa 5. È un insetto saproxilico, specializzato nel nutrirsi di legno in decomposizione. In questo modo svolge un ruolo essenziale: ricicla la materia organica, contribuisce alla formazione dell’humus e rende disponibili i nutrienti ad altri organismi del bosco.

La femmina depone le uova nelle radici di piante vecchie o morenti. Le larve, che possono crescere fino a 10 cm e pesare 30 g, scavano lunghe gallerie nel legno nutrendosi della fibra. Il loro sviluppo è lento e può durare 5-6 anni, al termine dei quali costruiscono un bozzolo di terra e legno. Dopo la metamorfosi, l’insetto adulto rimane nel bozzolo fino alla primavera successiva, per poi sfarfallare a inizio estate e vivere poche settimane, mediamente più le femmine che i maschi.
Un comportamento spettacolare
Tra fine giugno e luglio, al crepuscolo, i maschi si librano in aria con il loro volo pesante e rettilineo. Le grandi mandibole, simili a corna di cervo, vengono usate per duelli spettacolari con i rivali. Le femmine, invece, attendono a terra i vincitori dell’arena volante. Durante il giorno gli adulti rimangono nascosti tra le foglie o alla base degli alberi, per poi animarsi al calare della luce.
Questa specie predilige alberi come quercia, faggio, tiglio, salice e ippocastano, tanto che non è raro incontrarla anche nei viali alberati e nei parchi cittadini.

Un alleato da proteggere

Proteggere il cervo volante significa prendersi cura anche dei boschi che abita. La conservazione del legno morto e degli alberi vetusti è infatti fondamentale: eliminare questi elementi impoverisce l’ambiente e priva molte specie, non solo i cervi volanti, del loro habitat naturale. Favorire pratiche forestali sostenibili e lasciare spazi di naturalità nei parchi e nei giardini urbani permette a questi insetti di continuare a vivere e riprodursi, garantendo così il mantenimento della biodiversità.

Un indicatore prezioso

Il cervo volante è inserito nella Direttiva Habitat dell’Unione Europea come specie di interesse comunitario, poiché le sue popolazioni sono in diminuzione. Monitorarlo significa anche tutelare gli ecosistemi forestali da cui dipende.

Per questo le attività di sorveglianza continuano ogni estate con il coinvolgimento di volontari e cittadini. Chiunque può dare il proprio contributo segnalando gli avvistamenti attraverso l’app o il portale iNaturalist: un piccolo gesto che aiuta a proteggere un grande alleato della biodiversità.

 

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