La capitozzatura non è una potatura

Il verde urbano capitozzato

Può un albero essere messo completamente in sicurezza? La risposta è no perché è possibile solo ridurne il rischio di caduta.

Girando per le città è ormai abituale, soprattutto a fine inverno e inizio primavera, vedere protagonisti di potature eccessive filari e singoli alberi come se si volesse lasciarne solo più il fusto.
In Italia, come sottolineato dal Rapporto Ecosistema Urbano 2020 di Legambiente, la gestione del verde pubblico è ancora troppo sottovalutata. Si ha infatti una scarsa conoscenza del patrimonio arboreo, si sottovaluta la varietà delle esigenze delle specie esistenti e infine si vogliono gestire le alberature senza criteri selvicolturali e tecnici esperti preferendo tagliare, o meglio “capitozzare”, piuttosto che gestire le piante a regola d’arte. Questo tema necessita dunque di essere rivisto sotto una luce diversa, con mezzi e strumenti tecnici adeguati, passando soprattutto dalla formazione settoriale degli operatori.

Cos’è la capitozzatura?

Come già citata, la “capitozzatura” è erroneamente pensata come l’unica possibilità attraverso cui mettere finalmente in sicurezza una pianta. In verità, è una pratica che andrebbe addirittura sanzionata poiché invece di ridurre il pericolo intrinseco della pianta, lo amplifica nel medio e lungo periodo oltre ad essere esteticamente inaccettabile dal punto di vista paesaggistico.
Ma cosa vuol dire capitozzare? La “capitozzatura” è un taglio drastico della chioma dell’albero, che lascia intatti esclusivamente il tronco e le branche principali (monconi). Rispetto all’arte della potatura, capitozzare un albero è una pratica molto più sbrigativa e veloce per questo viene spesso vista dai giardinieri improvvisati come una “scorciatoia” per tempo e denaro.
Nel 2019, tredici enti ed associazioni di arboricoltori hanno scritto una lettera a più mani chiedendo al Ministero dell’Ambiente e a quello dei Beni Culturali di intervenire su questa tematica emanando una norma che possa delineare le tecniche opportune e condannare quelle controproducenti per la stabilità meccanica delle piante. Nel caso fosse mai accolta, la volontà è quella sia di applicare delle sanzioni amministrative pecuniarie sia di obbligare l’applicazione di compensazioni ambientali e quindi risarcire anche attraverso opere di mitigazione.

Che danni provoca la capitozzatura

La capitozzatura è la prima causa di deperimento degli alberi nelle zone urbane e periurbane. I tagli di grande sezione che vengono effettuati hanno bisogno infatti di molto tempo per essere cicatrizzati e dunque rimangono esposti a lungo alle infezioni fungine soprattutto quelle agenti di carie. Una volta infetti, i monconi muoiono e diventano a loro volta un’altra porta di ingresso per i patogeni. Le branche rimaste, così, accrescono su porzioni di legno compromesso e, di anno in anno, moltiplicano il rischio di rompersi per spaccature nella porzione di tronco sottostante.Interventi molto severi portano inoltre la pianta ad avere una violenta risposta vegetativa di emergenza. Si schiudono le gemme latenti del fusto e delle branche causando un’inconsueta vegetazione molto vigorosa per cercare di ristabilire la capacità fotosintetica. Questi rami, detti epicormici, sono sì floridi ma nascono da un tessuto più giovane, dunque superficiale, causando, così, una elevata propensione al cedimento qualora diventino troppo pesanti.
Queste operazioni invasive richiedono all’albero appena capitozzato un ingente costo energetico. Esso è infatti costretto a reagire mobilitando le sue sostanze di riserva accumulate negli anni che, non più sostituibili, lo rendono debole e dunque più appetibile a virus e batteri.

Come risanare una capitozzatura

È possibile correggere una capitozzatura in quegli individui le cui chiome abbiano avuto il tempo di riformarsi dai vecchi tagli tramite più interventi specifici dilazionati nel tempo. Bisogna infatti selezionare i tagli primari di alcuni ricacci rendendoli esclusivi tramite la rimozione di quelli in esubero o mal accresciuti.
In conclusione, quando si arriva a pensare che la capitozzatura sia l’unica alterativa valida, si ammette in principio una pianificazione sbagliata come un’eccessiva vicinanza ad abitazioni o infrastrutture. Molto spesso conviene dunque prendere in considerazione l’ipotesi di sostituzione piuttosto che ridurre un albero a un palo della luce.

 

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