08 Nov La transizione ecologica
La transizione ecologica
La transizione ecologica è un processo focalizzato sul raggiungimento di una crescita sostenibile ad ampio spettro, comprendente non solo tematiche ambientali ma anche economiche e sociali. La sua origine è da ricercare nel PNRR, Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di COVID-19, al fine di permettere uno sviluppo sostenibile e digitale del Paese.
Gli ambiti di intervento sono i seguenti:
1) Decarbonizzazione
Nell’ambito della decarbonizzazione si stanno valutando diverse possibilità orientate verso l’impiego e la diffusione delle fonti di energia rinnovabile, oltre che allo sviluppo di soluzioni basate sull’idrogeno.
Tra le principali iniziative troviamo l’intenzione di investire nella ricerca sull’idrogeno e nelle relative tecnologie legate ad esso per migliorare il suo utilizzo come energia rinnovabile. In tema di nuove infrastrutture è previsto anche un intervento per la realizzazione di un grande impianto industriale per la creazione di nuovi strumenti, necessari alla produzione e all’utilizzo dell’idrogeno.
Nuove frontiere infine si intravedono anche in ambito agrario con il possibile sviluppo dell’agro-voltaico e del biometano tramite la diffusione degli impianti agro-voltaici, sistemi che non compromettono l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura ma che contribuiscono alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte.
2) Mobilità sostenibile
Tra i vari programmi troviamo ad esempio la trasformazione tecnologica della filiera di produzione degli autobus con nuovi veicoli meno inquinanti, in particolare quelli elettrici. Lo stesso principio viene applicato per il trasporto marittimo e ferroviario: nel primo caso sarà finanziata la costruzione di nuove navi per il trasporto pubblico e l’ammodernamento della flotta già esistente al fine di ottenere un trasporto dei passeggeri sostenibile dal punto di vista ecologico.
Anche il trasporto stradale, in particolare quello a lungo raggio, sarà soggetto a sperimentazioni con l’idrogeno.
3) Miglioramento della qualità dell’aria
Per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani, oltre all’innovazione dei mezzi di trasporto (autobus ed autovetture) si punterà ad un aumento dell’efficienza energetica degli edifici, favorito dal Superbonus 110%, un sostegno economico sotto forma di detrazione fiscale a favore del soggetto che effettua l’intervento, utile per finanziare la ristrutturazione energetica e sismica degli edifici residenziali e dell’edilizia sociale.
Di notevole interesse sono anche le iniziative per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, riguardanti in particolare la forestazione urbana: soluzione efficace per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, utile per incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare non solo il paesaggio urbano e periurbano, ma anche la qualità della vita.
4) Contrasto al consumo di suolo ed al dissesto idrogeologico
Le sempre più frequenti minacce dovute al dissesto idrogeologico in Italia, aggravate dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’assenza di un’efficace politica nazionale di prevenzione sul territorio, compromettono la sicurezza della vita umana.
5) Miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture
Tra i principali possibili progetti per il miglioramento delle risorse idriche troviamo quello della realizzazione, potenziamento, completamento e manutenzione straordinaria delle infrastrutture idriche su tutto il territorio nazionale.
6) Ripristino e rafforzamento della biodiversità
Oltre alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, un altro intervento significativo e più specifico a tutela della biodiversità, è quello che si propone di contribuire al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall’alveo del fiume Po e dalle sue fasce riparie.
Rimanendo sempre nell’ambito della tutela del patrimonio naturalistico italiano, è prevista una digitalizzazione della gestione dei 24 parchi nazionali e delle 31 aree marine protette al fine di ottenere un attento monitoraggio dell’ambiente.
7) Tutela del mare
Il piano prevede interventi per ripristinare e proteggere i fondali e gli habitat marini nelle acque italiane, così da invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi mediterranei e potenziarne la resilienza ai cambiamenti climatici. Verrà rafforzato il sistema nazionale di ricerca e osservazione degli ecosistemi marini e costieri.
8) Promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile
Infine con questo punto si aspira alla realizzazione di un modello di produzione opposto al modello lineare, nel quale eventuali rifiuti risultanti a fine ciclo, vengono considerati come nuove risorse, e quindi, quando possibile, reintrodotti nel processo produttivo. In questa maniera oltre a ridurre al massimo gli sprechi e la produzione.
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