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Il cambiamento climatico è anche da affrontare politicamente

Il cambiamento climatico e i suoi effetti

Negli ultimi vent’anni, in Piemonte si sono registrate cinque gravi crisi idriche. L’ultima, del 2022, è stata caratterizzata da scarse precipitazioni invernali e primaverili per quattro lunghi mesi.
Ormai i giornali e telegiornali, soprattutto nei periodi estivi, trattano quotidianamente il problema del cambiamento climatico, descrivendo le preoccupazioni di tante persone, dai semplici cittadini, che combattono l’afa estiva, agli agricoltori e le loro colture compromesse.

Il PNACC non è stato ancora approvato

Il tema è estremamente attuale e lo sarà sempre di più in futuro anche qualora vengano attuate delle azioni concrete per diminuire le emissioni.
Il processo è infatti ormai avviato ed è purtroppo in buona parte irreversibile. Basti pensare che nel 1988 è stato creato il primo gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) perché già si registravano delle ripercussioni ambientali e socio-economiche e che tutt’oggi l’Italia, 34 anni dopo, non possieda ancora un piano per contrastare questa problematica.
Tuttavia siamo ancora in tempo per limitare i danni, a condizione di riuscire a contenere la crescita della temperatura, come stipulato con l’Accordo di Parigi sul Clima del 2015. In caso contrario, dovremmo aspettarci un’intensificazione degli eventi metereologici estremi, come ondate di caldo, siccità, violente precipitazioni, grandinate, inondazioni e lo sfaldamento dei ghiacciai.
Come anticipato precedentemente, in contrasto con gli altri grandi Paesi europei, l’Italia è l’unico che continua, nonostante le numerose pressioni delle associazioni ambientaliste e gruppi scientifici, a non avere un piano strategico di prevenzione. Nel giugno 2018, infatti, è stato redatto il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) ma da allora non è stato approvato da nessuno dei quattro governi che si sono succeduti in questo arco temporale.

Perché è importante prevedere un’azione politica

Gli effetti di questa procrastinazione sono evidenti. Per quanto riguarda il problema della siccità, si era già a conoscenza da gennaio della criticità riguardante il livello del fiume Po ma non si è agito con interventi preventivi prima che il problema diventasse più serio. Non si possono, inoltre, non considerare gli effetti sociali ed economici che gli eventi atmosferici estremi hanno comportato, come l’aumento sconsiderato dei prezzi dei generi alimentari.
Con le elezioni di settembre molti politici, come in passato, cavalcheranno l’onda della crisi climatica inserendola nei loro programmi elettorali più come argomento che trova consenso gli elettori che per un loro coinvolgimento sul tema.
II cambiamento climatico procede a passo più spedito di quanto si potesse pensare: lo Stato e il nuovo Governo dovrebbero evitare di consideralo mero strumento politico e dargli, invece, il giusto peso, rendendolo una priorità assoluta da affrontare.

 

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Per leggere il testo integrale del PNACC: Piano di adattamento ai cambiamenti climatici


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